giovedì 31 maggio 2012

Una Grande Battaglia


The Battle of San Jacinto-1895


Nel 1836 tra il Messico e i ribelli Texani (armati dagli stati uniti) si è combattuta una delle più importanti battaglie della storia. La battaglia di San Jacinto.

Gli stati uniti nel 1836 erano in espansione, alla conquista del west e il texas o tejas era ancora uno stato indipendente da Washington. I coloni avevano già perfezionato l’acquisto della Louisiana (in quello che resta ancora oggi il migliore o peggiore, dipende da che parte lo si guarda, affare della storia) dalla Francia di Napoleone nel 1803. La catena montuosa degli appalachi era già stata attraversata  e seguendo il fiume Ohio era iniziato lo sfruttamento delle immense ricchezze del bacino idrografico del Missouri e Mississipi.
Gli anni della National Road. Un progetto che univa Baltimora alla testa di navigazione del Potomac e poi al fiume Ohio.  Fino ad arrivare negli anni successivi (1811-1840) ad attraversare l’Ohio, l’Indiana, l’Illinois e chiudersi a Jefferson city nel Missouri. Questa strada oggi conosciuta come la U.S. route 40 o interstate 70 permise ai pionieri di insediarsi nel Michigan,Wisconsin,Iowa e Minnesota. Per buona parte del secolo fu la strada più trafficata in assoluto e grazie a questa strada i coloni poterono occupare i territori della Louisiana, coltivare le fertili terre che dai suoi fiumi venivano irrigate. Nel 1840 quando alla U.S. route 40 venne aggiunta l’Oregon trail e completata  la prima ferrovia continentale i tempi di attraversamento da costa a costa passarono da 6 mesi a 8 giorni e i costi si ridussero del 90%. Se l’America è quella incredibile potenza che conosciamo è tutto dovuto alla sua impressionante geografia.  Il Grande bacino del Mississipi e il sistema idroviario ad esso collegato contano più kilometri navigabili di tutti gli altri corsi d’acqua del mondo  insieme. Il midwest ne è perfettamente irrigato e i suoi campi rappresentano la più grande porzione di terra coltivabile contigua del mondo (forse Napoleaone prima di vendere la Lousiana, nella sua estensione del 1803, doveva informarsi su cosa stava vendendo…non era mica un pezzo di giungla…).

La maggiore distanza registrata da un campo del midwest al primo corso d’acqua navigabile è di soli 200 kilometri. Questa è la nascita del sogno americano. Una sconfinata ricchezza per tutti , era solo necessario lavorare e si sarebbero potuti vendere i prodotti del proprio raccolto in tutto il continente, e successivamente,  seguendo il Mississipi fino al porto di New Orleans e all’Atlantico, in tutto il mondo. Gli americani sono quello che sono non per chi sono ma grazie a dove sono. La colonizzazione del sud-america (che ha una geografia molto più complessa) è assai diversa. In centro e sud america le terre coltivabili spesso sono difficilmente accessibili e necessitano di infrastrutture, disboscamenti e capitale. Per questo lo sviluppo in queste aree è stato di tipo feudale. Il ricco proprietario terriero metteva il capitale per accedere a queste terre e gli schiavi lavoravano. Così ancora oggi le economie sono in mano a poche famiglie nel retaggio e ricordo dello status quo. L’America ha rappresentato la più grande rivoluzione mai sperimentata dall’uomo moderno. La concreta possibilità, con il proprio lavoro e impegno di salire realmente la scala sociale, senza alcun limite. La costa atlantica degli Stati Uniti ha più porti di tutto il resto dell’emisfero occidentale insieme. Due oceani la separano dall’Europa e dall’Asia, il deserto la protegge a sud dal Messico e i grandi laghi e foreste a nord dal Canada. I pionieri si ritrovarono così a scoprire un territorio ricco di cibo e isolato fisicamente come nessun altro al mondo. Nel 1836 il Texas segnava il confine sud-ovest di questo eden. Le sue terre erano e sono aride e desertiche con fiumi non navigabili. Ad ovest il rio grande delimitava il confine col Messico che allora si estendeve fino  al Canada occupando gli attuali Nuovo Messico, Arizona, Nevada, Californa, Oregon, Utah e Washington. Il Grande Ovest americano non è neanche lontanamente paragonabile alle terre del Midwest.

La conquista del Far West  assicurò l’accesso all’oceano pacifico ma per il resto, la ricchezza se la “inventarono” a Hollywood e dintorni usando egregiamente ingegno e fantasia. Se anche oggi gli Usa dovessero perdere l’ovest il loro potere globale resterebbe comunque intatto. Il Texas era allora una sorta di repubblica indipendente. Così come per il Messico e buona parte del sud-america il suo sfruttamente avrebbe richiesto immensi capitali. Per questo ottenne l’indipendenza solo accumulando una grande quantità di debito.Questo debito era in mano agli Stati Uniti che allora contavano una popolazione di 14 milioni di persone contro i 40.000 avventurieri texani.  Il Texas non piaceva a nessuno,  la vendita della Louisiana stabilì il suo confine al fiume Sabine e il resto sarebbe stato territorio messicano parte della regione Coahuila y Tejas. Ma anche i messicani sebravano non gradire e l’immigrazione in questi nuovi territori continuava ad essere scarsa. Così il governo messicano decise di permettere ai coloni stranieri di insediarsi e lo fecero nello stile centro-sud americano, concedendo importanti lotti di terra a degli Empresarios. Il primo fu Stephen F. Austin. Altri ventitre Empresarios seguirono e dopo alcuni anni dei 40.000 tejani solo 7.800 erano messicani. Nel 1830 il governo di Città del  Messico guidato dal generale Antonio Lopez Santa Anna decise di fermare l’immigrazione dagli Stati Uniti.  I controlli al confine da parte del governo Messicano vennero inaspriti ed è quasi ironico pensare a come oggi i ruoli si siano capovolti. Nel 1832 iniziarono le prime rivolte. Nel 1835 scoppiò la rivoluzione e il generale Santa Anna decise di guidare personalmente l’esercito messicano per sedare la rivolta. La differenza di uomini era  devastante e il massacro di Goliad e la battaglia di Alamo sembravano non lasciare scampo ai nuovi immigrati tejani. Ma dopo alcune settimana di ritirata qualcosa cambiò.

Il 29 marzo sulle rive del fiume Brazos due compagnie dell’”esercito”texano si rifiutarono di arretrare ulteriormente. Il loro generale decise allora di addestrarle. Sam Houston nato in Virginia era emigrato verso ovest prima in Tenesse e poi in Texas. Aveva combattuto con Andrew Jackson (futuro presidente) ed era un soldato nato. All’età di 16, stanco di lavorare come commesso nel negozio del fratello maggiore, fuggì di casa. Trovò rifugio in una tribù Cheeroke dove visse per quattro anni. Diventò uno di loro ed imparò molte tecniche di battaglia, trovò la sua prima moglie indiana e venne ri-batezzato Colonneh (In lingua cheeroke “il Corvo”).  E’ l’unico uomo politico ad essere stato governatore di due stati degli stati uniti (texas e tennesee) e se non è diventato presidente fu solo a casusa della poca propensione alla diplomazia. La 1° armata di volontari texani contava 600 uomini, nel massacro di Goliard il Generale Santa Anna ne catturò e giustiziò 400. Altri volontari si unirono a Sam Houston e il 12 aprile con circa 1.500 uomini decise di ri-attraversare verso ovest il fiume Brazos e di fermare la ritirata. I texani avrebbero potuto aspettare l’attacco messicano  o decidere di affrontare in campo aperto il nemico. Sam Houston optò per la seconda opzione.

Il Generale Santa Anna aveva separato il suo esercito in tre parti , sicuro della superiorità numerica  stava cercando di circondare il nemico in ritirata. Ma Il generale Houston aveva già iniziatio una marcia frontale in direzione del blocco centrale, separando la cavalleria dalla fanteria sul fianco sinistro del nemico. Nei pressi di San Jacinto il 19 aprile Santa Anna commise un grave errore. Fece riposare l’esercito nel pomeriggio e non circondò adeguatamente l’area con sentinelle. L’esercito texano attaccò durante la siesta pomeridiana del 21 aprile alle 16.30 con un effetto sorpresa (tipico dei cheeroke) assoluto e al grido di “ricordate Alamo e ricordate Goliard” massacrò più di 700 soldati messicani.  Il generale-presidente Santa Anna venne catturato e costretto a firmare la resa e la indipendenza del  Texas per avere salva la vita. La battaglia che avrebbe potuto portare il Messico alla sconfitta dei ribelli texani spianando la strada al controllo del delta del Mississipi (e conseguentemente a tutto il nord america) durò solo 18 minuti. Questa battaglia non è certo la più importante da un punto di vista tattico- strategico ma è una delle più imprtanti per la ricchezza della terra che era in gioco e per il coraggio di pochi uomini che, nonostante la palese condizione di inferiorità, hanno smesso di indietreggiare.