Leggiamo l'opinione di Charles Gave (importante economista francese, fondatore della società di ricerca GaveKal) sull'Euro e l'Europa.
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Chiunque pensi che l'Europa sia uscita più forte dalla crisi è una povera vittima di una delle più false campagne pubblicitarie della storia.
"Anyone convinced that the European monetary union has come through the crisis stronger is a victim of the slickest PR campaign in history".
Giusto per fare chiarezza, l'Euro ha distrutto la base industriale, al di fuori della Germania, con l'appoggio dei tecnocrati, persino la Francia ha perso competitività in una maniera ormai irrecuperabile. In questo grafico (in azzurro) il crollo del rapporto costo del lavoro franco/tedesco.
E il trucco che appoggia i professori nei loro proclami dov'è ?, sempre nella distanza tra finanza ed economia reale. In questo grafico (in blu) vediamo il rapporto di crescita del Pil franco-tedesco. E' lineare, e pertanto la Francia sembra aver fatto tanto bene quanto la Germania, ma guardiamo (in rosso) il rapporto sulla produzione industriale franco/tedesco... una perdita di produttività di almeno il 20%.
Il crollo della capacità industriale è avvenuto nel settore privato dei paesi euro no-germania. Come si compensa il crollo del settore privato secondo le classiche regole dei professori Keynesiani ?, con un aumento della spesa pubblica. E così anche la Francia (come Spagna e Italia) ha iniziato a spendere e il suo debito è schizzato fuori dal soffitto....
E oggi dove siamo ?, un gruppo di nazioni si sta de-industrializzando accumulando sempre più debito per cercare di coprire la depressione. In questo grafico vediamo l'indice della produzione industriale (+30% in Germania, -20% in Spagna e Italia, -10% Francia).
Invece di portare ad una maggiore coesione l'euro ha diviso e separato gli stati membri nel classico schema che vede i ricchi sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri.
Per vedere un cambiamento in questo trend sono necessarie riforme che non vedremo mai, non stiamo parlando di alzare l'età pensionabile di un paio d'anni o una maggiore facilitazione ai licenziamenti. Qui sarebbe necessario ridurre la spesa pubblica licenziando da un 20 ad un 40% degli impiegati statali e il costo del lavoro dovrebbe scendere di un altro 20% in relazione al costo unitario tedesco, ci sono zero possibilità che queste riforme vengano mai realizzate.
La triste verità è che non è possibile mantenere un tasso di cambio fisso tra nazioni che hanno differenti tassi produttivi di crescita, differenti sistemi sociali e differenti accordi politici. Niente potrà mai cambiare questa realtà.
link gavekal research
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Chiunque pensi che l'Europa sia uscita più forte dalla crisi è una povera vittima di una delle più false campagne pubblicitarie della storia.
"Anyone convinced that the European monetary union has come through the crisis stronger is a victim of the slickest PR campaign in history".
Giusto per fare chiarezza, l'Euro ha distrutto la base industriale, al di fuori della Germania, con l'appoggio dei tecnocrati, persino la Francia ha perso competitività in una maniera ormai irrecuperabile. In questo grafico (in azzurro) il crollo del rapporto costo del lavoro franco/tedesco.
E il trucco che appoggia i professori nei loro proclami dov'è ?, sempre nella distanza tra finanza ed economia reale. In questo grafico (in blu) vediamo il rapporto di crescita del Pil franco-tedesco. E' lineare, e pertanto la Francia sembra aver fatto tanto bene quanto la Germania, ma guardiamo (in rosso) il rapporto sulla produzione industriale franco/tedesco... una perdita di produttività di almeno il 20%.
Il crollo della capacità industriale è avvenuto nel settore privato dei paesi euro no-germania. Come si compensa il crollo del settore privato secondo le classiche regole dei professori Keynesiani ?, con un aumento della spesa pubblica. E così anche la Francia (come Spagna e Italia) ha iniziato a spendere e il suo debito è schizzato fuori dal soffitto....
E oggi dove siamo ?, un gruppo di nazioni si sta de-industrializzando accumulando sempre più debito per cercare di coprire la depressione. In questo grafico vediamo l'indice della produzione industriale (+30% in Germania, -20% in Spagna e Italia, -10% Francia).
Invece di portare ad una maggiore coesione l'euro ha diviso e separato gli stati membri nel classico schema che vede i ricchi sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri.
Per vedere un cambiamento in questo trend sono necessarie riforme che non vedremo mai, non stiamo parlando di alzare l'età pensionabile di un paio d'anni o una maggiore facilitazione ai licenziamenti. Qui sarebbe necessario ridurre la spesa pubblica licenziando da un 20 ad un 40% degli impiegati statali e il costo del lavoro dovrebbe scendere di un altro 20% in relazione al costo unitario tedesco, ci sono zero possibilità che queste riforme vengano mai realizzate.
La triste verità è che non è possibile mantenere un tasso di cambio fisso tra nazioni che hanno differenti tassi produttivi di crescita, differenti sistemi sociali e differenti accordi politici. Niente potrà mai cambiare questa realtà.
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