venerdì 15 febbraio 2013

T.S.Eliot I Preludi

Thomas Stearns Eliot (1888-1965)


Poeta d'immagine, modernista. La sua poesia non è una sequenza di frasi logiche ma di "fotogrammi".

I preludi sono del 1917 e appartengono alla prima fase del poeta(prima della conversione alla fede anglicana).In quel periodo non vi era molta luce e speranza nel futuro dell'artista. Intrappolato in una società che attraversava grandi cambiamenti. La prima guerra mondiale, la rivoluzione russa, la fame di potere imperiale americana, il fermento artistico e scientifico di quegli anni, la scoperta della psicoanalisi (Freud), l'indivisibilità dell'atomo (Einstein), il Cubismo(Picasso), un'epoca di profonda crisi esistenziale.

L'uomo non guarda più a se stesso solo dall'esterno, inizia ad esplorarsi dentro come mai prima e non è certo una lezione di anatomia che lo disturba ma la scoperta di quella parte invisibile, all'interno di ogni essere umano, che lo guida nelle emozioni della vita.

(EN)
« Where is the wisdom that we have
Lost in knowledge?
Where is the knowledge we have
Lost in information? »
(IT)
« Dov'è la saggezza che abbiamo
perso in conoscenza?
Dov'è la conoscenza che abbiamo
perso in informazione? »
(T.S. Eliot, The Rock, 1934)



I PRELUDI

La sera d'inverno si posa
con odore di bistecche nelle strade.
Le sei.
Lucignoli. consunti di giorni fumosi.
E ora un tempestoso scroscio avvolge
gli avanzi sudici
delle foglie appassite attorno ai vostri piedi
e giornali da lotti da vendere;
gli scrosci battono
sulle persiane rotte e sui fumignoli,
e all'angolo della strada
un solitario cavallo da vettura fuma e scalpita.
E poi l'accensione dei fanali.

II
Il mattino si svela alla coscienza
con lievi odori acidi di birra
dalla via ricoperta di segatura pestata
con tutte le impronte fangose di piedi che s'affrettano
verso i caffè mattutini.
Con l'altre mascherate
che il tempo riassume,

si pensa a tutte le mani
che alzano ombre scure
su migliaia di stanze ammobiliate.

III
Tirasti giù la coperta del letto,
giacesti sul dorso, in attesa;
sonnecchiasti osservando la notte che svela
le mille immagini sordide
di cui era composta la tu anima;
tremolavano contro il soffitto,
e quando tutto il mondo ritornò
e la luce strisciò fra le imposte
e udisti i passerotti nelle gronde,
avesti una visione della strada
che a stento la strada comprende;
seduta sulla sponda del tuo letto
togliesti dai capelli i bigodini, o stringesti
le piante gialle dei piedi
nel palmo delle mani sporche.

IV
L'anima sua si tendeva nei cieli
che dietro un blocco cittadino svaniscono,
.oppure calpestata da piedi insistenti
alle quattro e alle cinque e alle sei;
e corte dita quadrate riempiono le pipe,
e giornali della sera, e occhi
resi sicuri da certezze indubbie,
la coscienza di una strada annerita
impaziente di assumere il mondo.
lo sono mosso da fantasie che s'attorcono
attorno a queste immagini, e s'attardano:
la nozione di qualcosa che è infinitamente
dolce e infinitamente soffre.
Strofinatevi la mano sulla bocca, e ridete;
i mondi ruotano come antiche donne
che raccolgono legna in terreni da vendere.


T.S.Eliot




testo originale


Preludes
I
The winter evening settles down
With smells of steaks in passageways.
Six o'clock.
The burnt-out ends of smoky days.
And now a gusty shower wraps
The grimy scraps
Of withered leaves about your feet
And newspapers from vacant lots;
The showers beat
On broken blinds and chimney-pots,
And at the corner of the street
A lonely cab-horse steams and stamps.
And then the lighting of the lamps.

II
The morning comes to consciousness
Of faint stale smells of beer
From the sawdust-trampled street
With all its muddy feet that press
To early coffee-stands.
With other masquerades
That time resumes,
One thinks of all the hands
That are raising dingy shades
In a thousand furnished rooms.

III
You tossed a blanket from the bed,
You lay upon your back, and waited;
You dozed, and watched the night revealing
The thousand sordid images
Of which your soul was constituted;
They flickered against the ceiling.
And when all the world came back
And the light crept up between the shutters
And you heard the sparrows in the gutters,
You had such vision of the street
As the street hardly understands;
Sitting along the bed's edge, where
You curled the papers from your hair,
Or clasped the yellow soles of feet
In the palms of both soiled hands.

IV
His soul stretched tight across the skies
That fade behind a city block,
Or trampled by insistent feet
At four and five and six o'clock;
And short square fingers stuffing pipes,
And evening newspaper, and eyes
Assured of certain certainties,
The conscience of a blackened street
Impatient to assume the world.

 I am moved by fancies that are curled
Around these images, and cling:
The notion of some infinitely gentle
Infinitely suffering thing.

 Wipe your hand across your mouth, and laugh;
The worlds revolve like ancient women
Gathering fuel in vacant lots.