Mentre continuiamo ad ascoltare i proclami dei governi tecnici (autoeletti) l'Italia è in bancarotta. Di seguito 11 motivi che dovrebbero fare aprire gli occhi anche ai ciechi (ma evidentemente per gli imbecilli politici di professione che popolano le tribune elettorali dei palinsesti televisivi nazionali, non è ancora così).
- La disoccupazione in Italia è al 12.2%, il livello più alto degli ultimi 35 anni
- La disoccupazione giovanile è al 38,5%, in sud Italia al 50%
- 134 negozi chiudono ogni giorno. Dal 2008 sono 224.000 le attività ad avere spento la luce
- L'economia è in contrazione per il 7 quadrimestre di fila.
- Il pil Italiano per il 2013 è previsto a -1,8%
- La produzione industriale è in calo da 15 mesi consecutivi. Ora siamo ad un livello pari a quello di 25 anni fa.
- La produzione industriale dal 2008 è calata del 25%
- In Maggio le vendite di automobili hanno segnato un calo dell'8%
- Il numero di persone in stato d'indigenza è raddoppiato negli ultimi 2 anni
- Il debito sul Pil Italiano è (ovviamente) aumentato, e siamo al 130%
- Le proiezioni prevedono una richiesta di aiuti Ue (quindi ulteriore povertà) entro 6 mesi.
Ministro dell'economia Saccomanni "La fine della crisi è vicina" ....
P.S.
Aggiungiamo il downgrade di S&P,anche se questa è la solita mossa del Mercato (capitalismo finanziario) che pressa lo Stato per prendere ai cittadini quello che ha perso durante la crisi.
La globalizzazione e la finanziarizzazione sono l'autostrada per la diseguaglianza. Viviamo in un'economia del "ricatto". Lo Stato è uno stupido ostaggio di questi agenti finanziari e opera inevitabilmente contro l'interesse dei cittadini per tutelare la sua stessa sopravvivenza.
Ricordate, Le diseguaglianze SONO CREATE AD HOC, non sono effetti collaterali. Da un lato "creditori senza rischio" e dall'altra parte "uomini indebitati", in mezzo, l'apparato Statale, impotente.
P.S.
Aggiungiamo il downgrade di S&P,anche se questa è la solita mossa del Mercato (capitalismo finanziario) che pressa lo Stato per prendere ai cittadini quello che ha perso durante la crisi.
La globalizzazione e la finanziarizzazione sono l'autostrada per la diseguaglianza. Viviamo in un'economia del "ricatto". Lo Stato è uno stupido ostaggio di questi agenti finanziari e opera inevitabilmente contro l'interesse dei cittadini per tutelare la sua stessa sopravvivenza.
Ricordate, Le diseguaglianze SONO CREATE AD HOC, non sono effetti collaterali. Da un lato "creditori senza rischio" e dall'altra parte "uomini indebitati", in mezzo, l'apparato Statale, impotente.
Link: Saccomanni
link: e.c.blog