Questo è il 1° articolo di una serie che tratta il rapporto tra l'antropocentrismo, la finanza e la crisi attuale nella quale siamo finiti e che sembra poter essere risolta solo con le bombe.
C’era una
volta un sogno, un sogno
in cui l’uomo avrebbe dominato la natura
circostante, tutto il mondo e tutte le cose presenti in esso.
L’uomo come
emanazione diretta dello spirito alla base dell’universo.
Alla fine l’istinto
di dominazione sulla natura verrà traslato anche sui suoi simili fino a quando
non ne resterà soltanto uno o una piccolissima accettabile minoranza.
L’evoluzione
umana moderna, la globalizzazione, la finanziarizzazione, la realtà virtuale
parallela sono dei passaggi necessari per il raggiungimento dell’obbiettivo
finale o quanto meno per il raggiungimento della sua illusione.
Come siamo
arrivati a dove siamo oggi, come siamo arrivati dopo 2 milioni e mezzo di anni
sulla terra a creare una diseguaglianza tra gli uomini senza precedenti nella
storia. E’ questa la strada corretta o ci siamo semplicemente persi
nell’illusione di avere creato e compreso un Dio dal quale ci sentiamo nominati
come suoi ambasciatori ufficiali sulla terra ?
L’antropocentrismo
nel quale le culture euro-asiatiche sono affogate e hanno sommerso il resto del
mondo attraverso la tecnologia e la conseguente antropizzazione del territorio
è allora l’unico futuro possibile?
Nella storia
dell’economia e della finanza moderna uno dei massimi slanci che ha portato
l’uomo sopra il resto dell’universo si è avuto il 15-agosto del 1971 quando il
presidente Usa Richard Nixon ha abbandonato il gold standard legando il valore
di tutte le valute al dollaro.
Prima di
allora il valore che gli esseri umani attribuivano alla loro ricchezza era
legato alla natura, da quel momento in avanti l’uomo dipendeva da se stesso
nella determinazione del proprio potere e valore. L’uomo come creatore e
generatore di ricchezza, l’uomo - Dio. Quello che è successo in seguito è stato
un trionfo di irrazionalità ed emotività, un’orgia di illusioni nella quale la
specie umana ha pensato di avere trovato la chiave per la ricchezza
infinita.
Ad
intervalli più o meno regolari durante questa super festa si presentavano degli
Shock. Una prima batosta o un primo segnale di quello che la sensazione di
ricchezza e potere infinito può causare avvenne nel 1929. Ma allora la
regolamentazione era ancora di tipo industriale era ancora legata alla realtà
circostante, alla produzione, al lavoro.
Dal 1971 in
avanti gli shock hanno riguardato solo il capitale non inteso come denaro reale
ma come potere di distruzione e creazione, quelle cifre incomprensibili che
spostandosi da uno schermo all’altro da una parte all’altra del mondo rappresentano
la realizzazione sovraumana della nostra illusione di potere.
Ma il sogno
non è la realtà e a volte il risveglio può essere brusco. Ogni qualvolta
l’illusione del capitale crea uno shock è quindi il denaro reale che deve
andare a riparare il danno, sono i salari e gli stipendi che devono ripagare le
perdite del capitale dalle proprietà divine.
La mancanza
di confini nella movimentazione di questo “potere” illude ancora l’uomo e nasce
così questa vera e propria fissazione di tutta la classe dirigente occidentale
per la Globalizzazione.
Il risultato di questa sete di potere
infinito è che oggi il 2% della popolazione mondiale possiede oltre il 51%
della ricchezza planetaria. Non è più una questione di ricchi e poveri tra
primo secondo e terzo mondo, la disparità fra classi sociali in un economia
globale diventa globale anch'essa. L'80% della popolazione mondiale possiede il
6% della ricchezza. Le 300 persone più ricche del pianeta hanno più
ricchezza di tutti gli abitanti di Stati Uniti - India - Cina e Brasile
insieme.
Prima di questa fissazione antropocentrica chiamata globalizzazione per cui un manipolo di persone come nei cartoni animati o nei film di James Bond deve assolutamente dominare il mondo (per poi inevitabilmente portarlo alla distruzione) le cose erano, per assurdo, più equilibrate.
200 anni fa le popolazione più ricche possedevano una ricchezza 3 volte superiore a quelle più povere, alla fine del colonialismo (1960) il rapporto era passato a 35 volte. Oggi siamo ad 80 volte.
Prima di questa fissazione antropocentrica chiamata globalizzazione per cui un manipolo di persone come nei cartoni animati o nei film di James Bond deve assolutamente dominare il mondo (per poi inevitabilmente portarlo alla distruzione) le cose erano, per assurdo, più equilibrate.
200 anni fa le popolazione più ricche possedevano una ricchezza 3 volte superiore a quelle più povere, alla fine del colonialismo (1960) il rapporto era passato a 35 volte. Oggi siamo ad 80 volte.