Questa sera inizia la nuova serie dell'ennesimo reality dove il drive emozionale è sempre lo stesso di 2000 anni fa, "Eliminare" qualcuno.
A cura di Guido Rovatti
Siete carichi?
Oggi inizia “The Apprentice 2”.
Un plotone scelto di giovani aspiranti a divenire apprendisti
alle dipendenze del “Boss” è pronto a dare e a darsi battaglia.
In questo tripudio capitalistico autoreferenziale quadratico,
che “vende” cioè “la vendita”, vedremo giovani impegnati a scalzarsi a vicenda,
in un gioco che per certi versi ricorda la serie “The Saw” (l’enigmista): a
parità di risultati, chi saprà conquistare il cuore (portafoglio) del boss, andrà avanti, gli
altri invece, si sentiranno recitare la famosa sentenza: “Per me, sei fuori”, e
a quel punto potranno solo sperare di essere riciclati da BigMedia e magari
finire in altri polpettoni tele-visivi (vedi Aba xfactor).
In un mondo malato di cancro, dove l’uomo è divenuto
funzionario del capitale (nota bene: a tutti i livelli) e si appresta a finire
alle dipendenze delle “macchine senzienti”,un programma come questo pare essere
l’ennesima pioggia sul bagnato.
La domanda che spesso ci si pone: ma è la gente che induce le
industrie a produrre certi prodotti, o sono le industrie che inducono la gente
a consumare i propri prodotti concepiti ad hoc?
Poco importa forse, poichè algebricamente: invertendo l’ordine dei fattori il risultato
non cambia.
E allora “avanti coi carri”, il profitto sopra a tutto, e la
celebrazione di questo comandamento oramai divenuto “più che religioso”, oltre
che a riempire ogni giornata lavorativa dell’uomo occidentale, andrà in onda
per raggiungerlo anche quando (forse) vorrebbe riposare, o magari riflettere su
altri aspetti della propria esistenza.
I ragazzi sono avvisati, non un colpo di tosse fuori posto, non
un raffreddore di troppo, o le loro fragili orecchie potrebbero sentir
risuonare: “Per me, sei fuori”.