domenica 16 febbraio 2014

Perchè la dovete piantare di criticare i giovani Italiani



L'ultima infelice uscita di Elkann è solo l'ennesima che i giovani Italiani hanno sentito.

Il rampollo di casa Agnelli , all'università di Sondrio , ha detto durante un colloquio "motivazionale", che i giovani Italiani sono "poco ambiziosi e hanno piacere a restare in casa".




Non è la prima volta che capita, ricordiamo Padoa Schioppa e i suoi Bamboccioni o i Choosy della Fornero ma ogni volta ci si dimentica la vecchiezza di questo paese (età media 45 anni) e di come la nazione sia di conseguenza strutturata per gli anziani. L'Italia è un ospizio a cielo aperto. La burocrazia, le tasse, il nepotismo, la scala sociale assolutamente immobile, l'idea di essere "giovani" a 60 anni suonati (ereditata dalla struttura vaticana),  l'età parlamentare tra le più alte del mondo ecc ecc.

L'Italia NON è un paese per giovani. E l'ultimo esempio ce lo regala proprio in questi giorni Matteo Renzi, destinato a diventare il Premier più giovane di sempre con il metodo più vecchio di sempre, un gioco di palazzo. Ma c'è di più, spesso i giovani Italiani vengono giudicati poco ambiziosi rispetto ai loro coetanei stranieri. Ma di quali stranieri parlate ? dei Cinesi, degli Indiani ? ecco allora specifichiamo cosa significa essere motivati ed ambiziosi quanto intorno a noi tutto sembra crescere, la positività è nell'aria, la si respira. E cosa vuol dire essere ambiziosi quando tutto intorno sta crollando.

Gli anziani spesso ci ricordano quanto erano "forti" e "bravi" quando lavoravano e crescevano non avendo niente. Dicono niente ma non tengono conto dell'ottimismo, della volontà e della speranza collettiva. Della voglia di costruire e soprattutto, il vedere la realizzazione di quei sogni.

Oggi i giovani Italiani, con concretezza e lungimiranza (e intelligenza), cosa possono realmente vedere nel futuro del loro paese ?

Che la globalizzazione lo ha  condannato a diventare una sacca di povertà per manodopera a basso costo. Laddovè prima, si respirava ricchezza, speranza e prosperità, oggi l'Italia non ha più in mano il proprio destino (lo abbiamo regalato all'Unione Europea) e qualcun altro ha già deciso per noi. La sua struttura economica fatta di Pmi e fascia media e' gia' stata spazzata via. Resteranno le nicchie e il lusso (che comunque delocalizzeranno gli utili, e parte del lavoro, vedi Ferrari).

Ha quindi ragione della Valle quando ricorda ad Elkann che è "un imbecille" (soprattutto perchè, frasi del genere non sono accettabili da chi è arrivato dove si trova non per meriti personali ma per selezione divina).

I giovani Italiani più ottimisti hanno solo due strade, o la rivoluzione o l'aeroporto.