Be here to love me: Documentario sulla tormentata vita di Townes Van Zandt, uno dei grandissimi cantautori Statunitensi.
Nacque in un'agiata famiglia texana dell'industria petrolifera.
Studente modello con IQ nettamente superiore alla media iniziò a soffrire, molto giovane, di psicosi depressive. I genitori acconsentirono al ricovero per 3 mesi in un manicomio dove li venne somministrata una cura a base di insulina che cancellò di fatto la sua memoria remota. La madre ricorda come, aver permesso quel tipo di trattamento, sia stato il più grande ed imperdonabile errore della sua vita. Townes non riconosce nemmeno più i genitori, la sua memoria viene ricostruita con i racconti dei famigliari che lui impara, ma non sente. Inizierà da qui l'uso e l'abuso di alcol e altre sostanze. Inizierà da qui a scrivere storie e poesie di rara bellezza. Artista intimo, diede vita alla scuola di autori Texani degli anni '70 (Guy Clark, Steve Earle, Kris Kristofferson, Lyle Lovett ecc ecc). Il film racconta in maniera molto cruda la realtà di questi "redneck" singer. Apparentemente rozzi, autodistruttivi e tossici, sono stati capaci di descrivere la loro realtà e il loro tempo con estrema sensibilità. Voto 8
"Forse è vero, c'è il Paradiso, il Purgatorio, l'Inferno e il Blues. Io sto cercando di strisciare fuori dal Blues". T.V.Z.