domenica 2 febbraio 2014

Review: Dallas Buyers Club



Dallas Buyers Club: Gli Americani hanno definitivamente dichiarato guerra all'omofobia lasciando il cerino acceso in mano alla Russia (che stando alle ultime dichiarazioni di Putin non ha ben chiara la differenza tra omosessualità e pedofilia). Dopo il primo cartone Disney "gay friendly" (Frozen) adesso si punta a smantellare pubblicamente (non nascondendosi sulle montagne) il cuore del machismo made in Usa, il Cowboy Texano. Il film racconta la storia, del 1985, di Ron Woodroof, della sua reazione e il suo slancio vitale di fronte alla diagnosi di morte imminente. Il risveglio dal torpore di una vita dissoluta e la trasformazione: le droghe diventano medicine, il sesso diventa amore, il machismo sensibilità e il bruco farfalla (come si vede in una delle sequenze migliori). Il film scorre molto bene e l'ottima sceneggiatura esalta le capacità del cast. Degna di nota (oltre alla classica hollywoodiana perdita/guadagno di peso, sempre più estrema, che fa parlare i giornaletti) è l'incredibile interpretazione di Jared Leto. Molti lo conoscono come cantante dei 30 seconds to mars, ma quando si trasferisce a Los Angeles nel 1992 è per recitare (cosa che farà regolarmente in sit-com e ruoli minori, la band viene fondata solo nel 1998). A questo punto direi che tutti i dubbi che ho sempre avuto su quel gruppo (stadium rock corale all'ennessima potenza nel quale però non si percepisce il classico "strappo nell'anima" delle rockstar) siano più che fondati e Leto si immedesimi perfettamente nel ruolo come sarebbe in grado di fare in altri cento. Veramente una interpretazione da Oscar. Voto 6/7