Recensione: Hannah Arendt (2012, Uscito in Italia nel 2014). Il film racconta la storia della filosofa ebrea-tedesca Hannah Arendt concentrandosi sulla sua corrispondenza per il New Yorker al processo di Adolf Eichmann nel 1961.
Pellicola teatrale certamente non molto innovativa o particolarmente interessante per la regia e la recitazione.
A dispetto di molti altri film però, in questo Hannah Arendt la storia ha una profondità intellettuale abissale.
La Pellicola si concentra sul processo di Adolf Eichmann. Un burocrate nazista che, specializzatosi sulla "questione Ebraica" per fare carriera all'interno del partito, arrivò a ricoprire l'incarico di responsabile dello smistamento logistico degli ebrei verso i campi di concenramento/sterminio durante la "soluzione finale".
Eichmann venne catturato dal Mossad (servizio segreto Israeliano) a Buenos Aires nel 1960 e successivamente estradato in Israele e processato con l'accusa di crimini contro l'umanità. Questa operazione venne condotta in maniera "illegale". L'Argentina non prevedeva l'estradizione, l'imputato venne di fatto rapito e lo Stato di Israele non poteva costituirsi parte civile perchè non esisteva ancora.
Alla notizia della cattura, la Arendt, che era stata internata in un campo di concentramento in Francia per poi riuscire a fuggire negli Usa, si offrì come "corrispondente" del processo per la prestigiosa rivista The New Yorker. Ovviamente il giornale accettò subito e lei venne inviata a Gerusalemme per seguire il dibattito.
Tutta la comunità Ebraica si aspettava da Lei una condanna intellettuale piena per questo "Demonio", la Arendt però (che era una mente nettamente superiore) pubblicò un saggio intitolato "La Banalità del Male" nel quale analizzava la totale disumanizzazione e mediocrità dei carnefici.
Eichmann, secondo la Arendt, era un individuo completamente calato nella realtà che aveva di fronte al naso. Lavorare, riordinare le statistiche, cercare una promozione, portare a casa lo stipendio ecc ecc, completamente incapace di "immaginarsi" che cosa stesse facendo e le conseguenze delle sue azioni. Così il totalitarismo viene analizzato come una grande creatura meccanica nella quale gli individui sono solo ingranaggi incapaci di comprendere o immaginare i movimenti dell'insieme.
La Arendt venne criticata duramente dalla comunità ebraica. Il film ci mostra anche il suo passato e la sua storia d'amore con il grande filosofo (e suo insegnante) Martin Heidegger. La giovane Arendt fu la "musa" ispiratrice per il capolavoro di Heidegger "Essere e Tempo".
Heidegger è ritornato alla ribalta nella cronaca anche recentemente per i suoi più o meno presunti legami e simpatie con il partito nazista. Una polemica sterile vista la grandezza del personaggio.
Film assolutamente da vedere per l'importanza dei fatti storici e l'altissimo livello di pensiero dei personaggi.
Voto 8 1/2