Draghi (messo dov'è da Berlusconi) è l'unica flebile speranza per i paesi poveri del continente che stanno morendo piano piano stretti in una doppia morsa letale. Aumento della pressione fiscale, riduzione dei crediti. Manca la liquidità e la Bce non può, seguendo il suo mandato, monetizzare il debito (stampare denaro) come la Fed o la Boe.
Il buon Mario ha cercato di inventarsi ogni tipo di escamotage per aggirare questi vincoli di mandato (Ltro, Omt ecc ecc) ma niente sembra funzionare, le banche continuano a prendere soldi all'1% dalla Bce ma poi li utilizzano per l'acquisto dei titoli di stato in un carry trading con utile certo e in un circolo vizioso che serve a mantenere artificiosamente basso lo spread.
Gli euro non arrivano alle imprese e ai privati.
Leggiamo le previsioni di Nomura su cosa dirà Draghi giovedì prossimo:
Al 90% tutti concordi che taglierà il tasso refi (tasso per le operazioni di rifinanziamento). Al 10% che riuscirà a fare quello che viene fatto negli Stati Uniti (QE o monetizzazione del debito diretta o stampare denaro).
La Francese SocGen non si aspetta nessun miglioramento per l'economia reale dalle dichiarazioni e azioni di Draghi, secondo la finanziaria Parigina la politica Europea dovrebbe allontanarsi dall'austerità (guida Tedesca) e iniziare serie di riforme strutturali (unione fiscale e politica). I progressi di queste riforme sono troppo lenti in relazione all'energia utilizzata dai politici nel prometterle. E questo non fa ben sperare.
"We do not expect the 5 June measures to deliver a significant impulse to the real economy. Should euro area policy makers step back further from austerity, this would lift the economy in the short-term. Ultimately, however, the euro area needs deep structural reform. For all the energetic talk and many promises, actual progress on this front remains all too slow.