"... Quest'uomo ha perlopiù una personalità etica e spirituale poco articolata, quantunque si esprime con luoghi comuni convincenti. E' vivace, intelligente, attivo, diffidente, privo di senso artistico, istintivamente denigratore di tipi e di idee superiori, attento al proprio tornaconto, maniaco della sicurezza, facilmente influenzabile dagli slogan della propaganda di cui troppo spesso gli sfuggono i voltafaccia solitamente repentini: è nutrito di teorie filantropiche ma, se il prossimo o i vicini non si adeguano al suo sistema, è anche disposto a ricorrere a una violenza tremenda, che né il senso della giustizia né il diritto internazionale potranno arginare. Al tempo stesso vive nell'incubo di essere perseguitato da potenze maligne fin nel profondo dei sogni; è poco incline al piacere e ha dimenticato che cosa sia la festa. D'altra parte dobbiamo dire che in tempo di pace egli gode dei conforti della tecnica e tecnologia, che la durata media della vita è notevolmente aumentata, che il principio dell'uguaglianza è, sotto il profilo teorico, ammesso dappertutto, e che in certi punti della terra sono allo studio modelli di vita in cui l'estensione dell'agio a tutti i ceti sociali, la libertà individuale e la perfezione automatica raggiungeranno livelli mai conosciuti prima. Non è impossibile che, giunta a termina l'era titanica della tecnica, questo stile di vita sia destinato a diffondersi. Ciò nondimeno, la vita dell'uomo non sfugge alla decadenza: da questo dipende il grigiore e il senso di disperazione caratteristici della sua esistenza, che in alcune città - o addirittura in alcune regioni o nazioni - si è incupita a tal punto da spegnere ogni sorriso e richiamare alla memoria un mondo di larve umane come quello che Kafka ha descritto nei suoi romanzi..."
Ernst Junger (1951)
Ernst Junger (1951)