Ciò che è ed è stato non può non essere, quindi anche la morte è, e se è non rappresenta il nulla, non rappresenta la fine, così come nell'essere non vi è alcun inizio.
Ciò che avvalora le nostre vite sensibili, ovvero la porzione di vita percettibile ai sensi, non sono i numeri che la riempiono ma ciò che arricchisce o impoverisce la vita di ogni individuo è la qualità dei pensieri che l'essere è in grado di capire e formulare.
E' la qualità delle domande che è in grado di porsi.
Detto questo, questa abilità nulla ha a che fare con la volontà e nulla ha a che fare con la possibilità del suo raggiungimento da parte di ogni individuo.
E' una qualità selettiva, non è permessa e accessibile a tutti.
L'infinito, immutabile, immanente, l'uno, il tutto che è e non può non essere, non è percepibile attraverso i sensi ma è solo intuibile.
Pochissime persone sono state in grado o sono in grado di sperimentare questa sensazione di infinito.
In grado di coglierla, e forse di fare la cosa più difficile, descriverla e rappresentarla utilizzando vari linguaggi, dalla poesia, alla musica, alla fisica.
Per tutti gli altri si necessita l'utilizzo del mito e della mitologia per rendere comprensibile ai sensi, che sono il nostro immediato per la decifrazione ed esperienza del mondo, quello che è l'infinito, l'eterno.
Ovviamente però il mito non rappresenta la verità di questo tutto ma solo una parte limitata dai sensi stessi che lo riconoscono.
Ciò che avvalora le nostre vite sensibili, ovvero la porzione di vita percettibile ai sensi, non sono i numeri che la riempiono ma ciò che arricchisce o impoverisce la vita di ogni individuo è la qualità dei pensieri che l'essere è in grado di capire e formulare.
E' la qualità delle domande che è in grado di porsi.
Detto questo, questa abilità nulla ha a che fare con la volontà e nulla ha a che fare con la possibilità del suo raggiungimento da parte di ogni individuo.
E' una qualità selettiva, non è permessa e accessibile a tutti.
L'infinito, immutabile, immanente, l'uno, il tutto che è e non può non essere, non è percepibile attraverso i sensi ma è solo intuibile.
Pochissime persone sono state in grado o sono in grado di sperimentare questa sensazione di infinito.
In grado di coglierla, e forse di fare la cosa più difficile, descriverla e rappresentarla utilizzando vari linguaggi, dalla poesia, alla musica, alla fisica.
Per tutti gli altri si necessita l'utilizzo del mito e della mitologia per rendere comprensibile ai sensi, che sono il nostro immediato per la decifrazione ed esperienza del mondo, quello che è l'infinito, l'eterno.
Ovviamente però il mito non rappresenta la verità di questo tutto ma solo una parte limitata dai sensi stessi che lo riconoscono.