giovedì 30 giugno 2016

Vasco Rossi

La dimensione globale raggiunta dalla provincialita' di Vasco Rossi è sicuramente degna di nota.

Il concerto rock con maggiore affluenza d'Italia, lasciamo stare il mondo, grande e popolato da tanti piccoli Vasco Rossi, pensiamo solo alle centinaia di migliaia di spettatori per Carlos Vives in Colombia e Indio Solari in Argentina per non parlare del Brasile e Copacabana che ha visto radunati fino a tre milioni e mezzo di spettatori per Rod Stewart, verrà tenuto da una non rockstar.

Vasco non è mai stato una "Rockstar", non ha mai avuto il Physique du role e soprattutto non ha mai avuto l'eleganza, la grazia e lo stile delle Rockstar sopra il palcoscenico.
Bruttissimo da vedere, i suoi movimenti sembrano quelli di una testuggine rovesciata in cerca di salvezza, incarna il più umile dei camionisti / parcheggiatori trasformatosi in idolo delle folle.

Musicalmente non ha mai scritto niente di originale se non per aver scopiazzato Pink Floyd, Beatles, Police, Stones, Blackfield, Battisti e chi più ne ha più ne metta.
A onor del vero non è Lui a scrivere molte delle musiche, ma anche quando lo fa, vedi Sally, le similitudini e referenze (Something dei Beatles in questo caso) sono lampanti.

Detto questo Vasco Rossi appartiene però ad una categoria sicuramente superiore a quella della Rockstar e/o del Musicista, Vasco fa parte del più alto grado dei possibili livelli artistici, quello del Poeta, Vate.

Colui che raggiunge, vedi Foscolo, la poesia eternatrice, o citando Malraux "Quel tipo di arte, l'unica cosa che resista alla morte".

Uno stile di poesia non cerebrale e nemmeno di cuore, Vasco è tutta pancia, da lì nascono le sue parole e lì arrivano, dritte come pugni tolgono il fiato per semplicita' e velocità.

Scrive per slogan, figlio degli anni '80, come farebbe un grande pubblicitario alla ricerca del miglior payoff possibile, con una capacità di sintesi e di conoscenza dell'universo e sensibilità femminile unica.

Devo andare, buon concerto a tutti.

Grande Modena.



domenica 26 giugno 2016

Brexit e la ridicola stampa Italiana

Leggendo la stampa Italiana si capisce perchè siamo un popolo di imbecilli ignoranti senza speranza.

A sfogliare Repubblica (il peggio degli Europeisti ad Mortem) sembra che in Inghilterra siano tutti disperati ...

"Oddio cosa abbiamo fatto" ...

...Che la Scozia metta il veto al Referendum e "blocchi" Londra (da far scappare ridere i polli, sicuramente la Regina trema di fronte alle minacce Scozzesi o dell'Irlanda del Nord)...

Che milioni di persone stanno correndo per tornare a votare di nuovo ... (cosa facciamo al meglio dei tre ?)...

...Che tutti i giovani Inglesi pieni di speranze e cultura siano stati derubati del loro futuro all'interno dell'Unione per colpa di vecchi, pensionati pescatori, contadini e opearai ignoranti...

Sul Corriere mi è capitato di leggere che l'Unione Europea ha garantito la pace e la prosperità per 60 anni... la PACE?!?!?!
A casa mia credevo che la PACE in Europe fosse stata garantita dall'ombrello nucleare di Mamma USA.... non da quattro imbecilli votati da nessuno a Bruxelles...

Addirittura sembra che dopo questo terribile voto anche la Premiere League soffrirà e tutti i top player fuggiranno.... hahahaha....

Poi prendo un pò di stampa Inglese e leggo che ...

Le minacce di distruzione degli Europeisti non gli hanno scossi di un millimetro....

Che se i giovani volevano il loro "futuro" alzavano il culo e andavano a votare visto che lo hanno fatto nel 48% degli aventi diritto contro l'oltre 70% dei loro genitori e nonni...

Che i giovani hanno il cervello pieno solo delle porcherie che gli ha venduto la propaganda europeista

Leggo che il malcontento anti-Europa in Olanda, Danimarca, Francia è molto più alto che in Inghilterra (indovinate in quale paese invece i cittadini sono più contenti e soddisfatti dell'Unione.... proprio così... nel paese di Arlecchino, Pulcinella e Gomorra... ITALIAAAA... con il 31% di scontenti e un bel 69% di EURO FELICI...)

Leggo che senza Londra il peso della Germania all'Interno dell'Unione passa dal 20 al 25% ...

Leggo che ora l'Inghilterra avrà tutto il tempo per decidere se e come negoziare accordi con CINA e RUSSIA (che l'Unione NON ha) e rivedere la propria posizione con diverse opzioni.... modello Norvegese, Canadese, Svizzero... (che non mi sembrano tre paesi economicamente falliti...) o altro....

Questa volta Bruxelles dopo aver mandato in rovina milioni di persone per ingrassare i banchieri post 2008 e aver fatto la "spaccona" con l'Austerity e pesci piccoli come Cipro e Atene ha preso un bel calcio nei denti da un pezzo grosso.

Un calcio di quelli che fanno male...

Persa Londra l'EURO-TITANIC potrà sempre consolarsi con l'Albania, la Turchia e l'Azerbaijan...

La Brexit e il futuro dell'Europa di George Soros




La risposta si può vedere nei sondaggi di opinione svolti nei mesi precedenti al referendum sulla “Brexit”. La crisi europea dei migranti e il dibattito sulla Brexit si alimentano a vicenda. La campagna per il Leave ha sfruttato la deteriorante situazione dei rifugiati – simboleggiata dalle terribili immagini di migliaia di richiedenti asilo ammassati a Calais, nel disperato tentativo di entrare in Gran Bretagna con qualsiasi mezzo necessario – per alimentare il timore di un’immigrazione “incontrollata” da altri stati membri dell’Ue. E le autorità europee hanno rinviato importanti decisioni sulla politica dei rifugiati allo scopo di evitare un effetto negativo sul voto referendario britannico, così perpetuando scene di caos come quelle di Calais.


Brexit

Has Brexit Undermined the West?

Philippe Legrain reviews what Carl Bildt, Ken Rogoff, George Soros, and others regard as the causes and effects of Europe’s biggest political earthquake in a generation.


La decisione della cancelliera tedesca Angela Merkel di spalancare le porte del proprio paese  ai profughi è stata un gesto motivante, ma non è stata adeguatamente ponderata, perché non ha considerato il “fattore di richiamo” per i profughi. Un afflusso improvviso di richiedenti asilo ha sconvolto la vita quotidiana dei cittadini dell’Ue.
La mancanza di controlli adeguati, inoltre, ha creato il panico, colpendo chiunque: la popolazione locale, le autorità responsabili della pubblica sicurezza e i rifugiati stessi. Inoltre ha spianato la strada alla rapida ascesa dei partiti xenofobi anti-Ue – come l’UKIP, il partito per l’indipendenza del Regno Unito, che ha capeggiato la campagna per il Leave – dal momento che governi nazionali e istituzioni europee sembrano incapaci di gestire la crisi.
Ora lo scenario catastrofico che molti temevano si è materializzato, rendendo la disintegrazione dell’Ue praticamente irreversibile. La Gran Bretagna alla fine forse starà meglio di altri Paesi uscendo dall’Ue o forse no, ma a soffrirne notevolmente nel breve e medio termine saranno la sua economia e i suoi cittadini. La sterlina è crollata al livello più basso mai registrato negli ultimi tre decenni immediatamente dopo la votazione, e i mercati finanziari di tutto il mondo evidenzieranno probabilmente delle turbolenze fino a quando non sarà negoziato il lungo e complicato processo di divorzio economico e politico dall’Ue. Le conseguenze per l’economia reale saranno comparabili solo alla crisi finanziaria del 2007-2008.
Questo processo certamente solleverà altre incertezze e rischi politici, perché in gioco non c’è mai stato solo un vantaggio reale o immaginario per la Gran Bretagna, ma la vera sopravvivenza del progetto europeo. La Brexit aprirà la strada ad altre forze euroscettiche all’interno dell’Unione. Di fatto, a poche ore dall’annuncio dell’esito del referendum Brexit, il Fronte nazionale della Francia invoca “Frexit” e il populista olandese Geert Wilders promuove la “Nexit.”
Inoltre, lo stesso Regno Unito potrebbe non sopravvivere. La Scozia, che si è schierata con decisione a favore della permanenza nell’Ue, potrebbe fare un altro tentativo per ottenere l’indipendenza, e alcune autorità dell’Irlanda del Nord, anch’essa favorevole al Remain, hanno già richiesto l’unificazione con la Repubblica d’Irlanda.
La risposta dell’Ue alla Brexit potrebbe rivelarsi un’altra insidia. I leader europei, ben desiderosi di scoraggiare l’uscita di altri stati membri dall’Ue, potrebbero non essere dell’umore di offrire al Regno Unito quelle condizioni – soprattutto per quanto riguarda l’accesso al mercato unico dell’Europa – che potrebbero ammorbidire il dolore dell’abbandono. Con l’Ue che conta sulla metà del fatturato commerciale britannico, l’impatto sugli esportatori potrebbe essere devastante (malgrado il tasso di cambio più competitivo). E con le istituzioni finanziarie che nei prossimi anni delocalizzeranno le attività e lo staff negli hub dell’Eurozona, alla City of London (e al mercato immobiliare di London) non saranno risparmiate sofferenze.
Ma le implicazioni per l’Europa potrebbero essere ben peggiori. Le tensioni tra gli stati membri hanno raggiunto un punto di rottura, non solo rispetto ai profughi, ma anche a seguito delle eccezionali pressioni tra paesi creditori e debitori all’interno dell’Eurozona. Allo stesso tempo, i leader indeboliti in Francia e Germania ora sono seriamente concentrati sui problemi domestici. In Italia, la flessione del 10% del mercato azionario seguita alla Brexit segnala chiaramente la vulnerabilità del paese a una vera e propria crisi bancaria – che potrebbe portare il populista Movimento 5 Stelle, che ha appena vinto la carica di sindaco a Roma, a governare il paese già il prossimo anno.
Nulla di tutto ciò è di buon auspicio per un serio programma di riforma dell’Eurozona, che dovrebbe includere una vera unione bancaria, un’unione fiscale limitata e meccanismi più solidi di responsabilità democratica. E i tempi non sono dalla parte dell’Europa, dato che le pressioni esterne da parte di Turchia e Russia – che stanno sfruttando la discordia a proprio vantaggio – compongono la lotta politica interna dell’Europa.
È qui che siamo oggi. Tutta l’Europa, inclusa la Gran Bretagna, soffre per la perdita del mercato comune e per la perdita dei valori comuni sottintesi al progetto Ue. Eppure l’Ue è realmente venuta meno e ha smesso di soddisfare le esigenze e le aspirazioni dei suoi cittadini. La disintegrazione disordinata è dietro l’angolo e lascerà l’Europa in condizioni peggiori di quelle che si sarebbero verificate se non fosse stata creata l’Ue.



Ma non dobbiamo rinunciare. Dobbiamo ammettere che l’Ue presenta dei difetti. Dopo la Brexit, tutti quelli come noi che credono nei valori e nei principi che l’Ue avrebbe dovuto garantire devono unirsi per salvarla ricostruendola integralmente. Sono convinto che di fronte alle conseguenze della Brexit che si paleseranno nelle settimane e nei mesi a venire, sempre più persone si uniranno a noi.

George Soros via Project Syndacate 25 Giugno 2016

sabato 25 giugno 2016

La fine dell'Unione Europea si avvicina...

E come ormai scrivo da anni, la fine dell'Unione Europea, dopo il voto di Roma e la Brexit, si avvicina.

Questo povero disegno, nato sotto le migliori speranze, che ha intrappolato milioni di persone in una morsa debitoria continentale ingrassando un manipolo di banche private, ha ormai gli "anni" contati.

Ben presto vedremo, nonostante le terribili minacce da campagna elettorale degli Europeisti ad Mortem, l'Inghilterra continuare a prosperare.

Poi arrivera' la Danimarca, poi l'Olanda, poi la Francia.... poi resteremo NOI imbecilli e la Germania.... poi... per ironia di una storia che si ripete, ma mai egualmente, abbandoneremo anche noi Berlino e l'EURO TITANIC.

Dopo aver bruciato milioni di posti di lavoro ed aver costretto una generazione all'espatrio ringrazieremo la miopia di una classe politica che ci ha invitato ad acquistare un caro biglietto per questa nave salpata verso nessun porto.

Gli Inglesi hanno le palle.

Noi abbiamo dei Coglioni (si caro lettore parlo soprattutto con te che hai sempre votato PD e idolatrato gente come Romano Prodi, Mario Monti , Napolitano, Buffon & co).

A breve il nuovo EP dei WAVES : 17 Seventeen

lunedì 20 giugno 2016

venerdì 17 giugno 2016

Gomorra...

Gomorra Stagione 2 :

1° episodio - UXORICIDIO

2°... - OMICIDI VARI

3°... - OMICIDI VARI

4°... - OMICIDI VARI

5°... - OMICIDI VARI

6°... - OMICIDI VARI

7°... - OMICIDI VARI

8°... - OMICIDI VARI

9°... - OMICIDI VARI

10°... - OMICIDI VARI

11°... - OMICIDI VARI

12° episodio - Gran Finale - PARRICIDIO


... L'Evoluzione di Sofocle. ..

martedì 14 giugno 2016

Brexit ?

Che la Gran Bretagna decida di uscire o meno poco importa.
Londra resta una delle capitali della civiltà occidentale e nel processo di Unione di quest'ultima non mancherà.

In caso di uscita verrà meno solo il suo avallo al disegno dell'Unione Europea, un progetto che ha sostituito il Trattato di Westfalia nelle relazioni nazionali continentali.


Perché gli Inglesi sono diversi ?

Come spiega lo storico Britannico Peter Calvocoressi nel suo World Politics after 1945, il pensiero alla base dell'Unione Europea non coincide con il loro.

Alla fine della seconda guerra tutte le nazioni continentali si sono trovate, ad un certo punto del conflitto, sconfitte o invase.
Questo le ha spinte a rivedere radicalmente l'architettura che ne regola i rapporti.

Londra no, la guerra gli Inglesi l'hanno vinta senza mai sperimentare la sconfitta o l'invasione.
Sono quindi convinti che non ci sia nulla di sbagliato nella loro visione nazionalista.

Squadra che vince non si cambia.

Difficile dargli torto.


domenica 5 giugno 2016

Occidente ?

L'Unione Europe è un disegno malfatto, la civiltà occidentale deve unirsi e allora lo faccia in fretta.
Il #TTIP è un passo in questa direzione ma basta tentennare.

Unione Atlantica subito, dateci il dollaro e l'FBI.

Quello che noi chiamiamo globalizzazione è solo l'unione dell'occidente.
Le altre civiltà vedono la nostra decadenza mentre cerca, arancando, di riconquistare un dominio universale che ha avuto e perso (apice globalizzazione e dominio della nostra civiltà 1919, l'Occidente controllava l'85% del globo terrestre).

I tre mezzi che l'Occidente oggi utilizza per fermare l'ascesa delle altre civiltà sono :

- diritti umani, inquinamento
- non proliferazione militare
- controllo delle "presunte" istituzioni economiche internazionali  (Imf, World Bank, Osce ecc ecc)

Non basteranno.

Il problema più grande che affronta l'Occidente è la migrazione della civilta' Islamica.

Sono questi movimenti che scrivono la storia.