La sindrome del povero è quella che affligge gli Italiani da ormai molti anni ed in tempi recenti.
Quel complesso che ti porta ad accettare qualsiasi umiliazione e rinuncia pur di sederti a tavola con il ricco, pur di poter raccontare agli altri poveri che tu sei amico del ricco.
Questa fame di potere ha un duplice volto, può essere ambizione e voglia di raggiungere un meritato successo con il lavoro e la fatica o semplicemente un complesso.
Nel primo dopoguerra, quando De Gasperi volle l'Italia all'interno dell'Unione del carbone e dell'acciaio, pur essendo senza materie prime, pronto a sacrificare la manodopera e le vite dei suoi cittadini per sedere ai tavoli dei grandi, quella fame prese la forma di volontà come idea e del sacrificio massimo.
Le vite di quegli Italiani nelle miniere del Belgio, vittime del disastro delle Marcinelle, contribuirono con il sangue al miracolo della nostra nazione e alla sua trasformazione da economia agricola a quinta potenza mondiale.
La produzione industriale si è poi trasformata in produzione di servizi pubblicitari tecnologici e finanza.
L'Italia non ha avuto padri della Patria che l'abbiano tenuta per mano durante questi passaggi.
Così oggi vogliamo ancora sederci al tavolo dei nuovi ricchi ma non abbiamo più il sangue da spendere e nemmeno la percezione di dove ci troviamo veramente, accecati ormai dall'amara illusione di dove eravamo.
Questa è la linea politica del PD, la linea dei poveri che sono disposti a qualsiasi umiliazione senza visione pur di sedersi al tavolo dei ricchi.
E così questa riforma costituzionale, cucita per permettere a questa Europa di ottenere ancora più sovranità, viene presentata ai poveretti come la loro migliore opzione per il futuro.
Gli Italiani, se è vero che la storia non si ripete ma si rima in un ironico circolo, continueranno come sonnambuli verso il burrone, credendo che le promesse e i consigli del ricco siano per il loro interesse.
Dovrebbero invece ricordarsi la dignità del povero che, consapevole del suo valore, non è disposto a dire sempre SI.
p.s.con il SI sarà il "nuovo senato" a ratificare i trattati con l'Europa
p.p.s.
Non mi sento libero di scrivere come vorrei consapevole del fatto che ormai nessuno legge più oltre tre parole senza video o immagini, cagnetti o gattini.
Quel complesso che ti porta ad accettare qualsiasi umiliazione e rinuncia pur di sederti a tavola con il ricco, pur di poter raccontare agli altri poveri che tu sei amico del ricco.
Questa fame di potere ha un duplice volto, può essere ambizione e voglia di raggiungere un meritato successo con il lavoro e la fatica o semplicemente un complesso.
Nel primo dopoguerra, quando De Gasperi volle l'Italia all'interno dell'Unione del carbone e dell'acciaio, pur essendo senza materie prime, pronto a sacrificare la manodopera e le vite dei suoi cittadini per sedere ai tavoli dei grandi, quella fame prese la forma di volontà come idea e del sacrificio massimo.
Le vite di quegli Italiani nelle miniere del Belgio, vittime del disastro delle Marcinelle, contribuirono con il sangue al miracolo della nostra nazione e alla sua trasformazione da economia agricola a quinta potenza mondiale.
La produzione industriale si è poi trasformata in produzione di servizi pubblicitari tecnologici e finanza.
L'Italia non ha avuto padri della Patria che l'abbiano tenuta per mano durante questi passaggi.
Così oggi vogliamo ancora sederci al tavolo dei nuovi ricchi ma non abbiamo più il sangue da spendere e nemmeno la percezione di dove ci troviamo veramente, accecati ormai dall'amara illusione di dove eravamo.
Questa è la linea politica del PD, la linea dei poveri che sono disposti a qualsiasi umiliazione senza visione pur di sedersi al tavolo dei ricchi.
E così questa riforma costituzionale, cucita per permettere a questa Europa di ottenere ancora più sovranità, viene presentata ai poveretti come la loro migliore opzione per il futuro.
Gli Italiani, se è vero che la storia non si ripete ma si rima in un ironico circolo, continueranno come sonnambuli verso il burrone, credendo che le promesse e i consigli del ricco siano per il loro interesse.
Dovrebbero invece ricordarsi la dignità del povero che, consapevole del suo valore, non è disposto a dire sempre SI.
p.s.con il SI sarà il "nuovo senato" a ratificare i trattati con l'Europa
p.p.s.
Non mi sento libero di scrivere come vorrei consapevole del fatto che ormai nessuno legge più oltre tre parole senza video o immagini, cagnetti o gattini.